Pensione complementare: cos'è, come funziona e vantaggi
La pensione complementare è una rendita a cui puoi accedere se negli anni hai partecipato a una forma di previdenza complementare, versando - e, così, investendo - i tuoi risparmi. Questo al fine di disporre, dopo il pensionamento, di un importo integrativo a quello della pensione “tradizionale” pubblica, e avere così un reddito adeguato alle tue esigenze.
Infatti, a seguito delle riforme del sistema previdenziale degli ultimi decenni - e principalmente dal passaggio da un sistema retributivo a quello contributivo, e all’aumento dell’aspettativa di vita - l’importo della pensione tradizionale è sensibilmente inferiore rispetto all’importo dell’ultimo stipendio percepito prima della pensione.
Aderire alla previdenza complementare significa, quindi, accantonare regolarmente una parte dei tuoi risparmi durante la vita lavorativa, per ottenere una pensione che si aggiunge a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria, usufruendo anche di particolari agevolazioni fiscali di cui altre forme di risparmio non beneficiano.
I contributi possono essere versati sia dal lavoratore che dal suo datore di lavoro, e anche i rendimenti sono soggetti a una fiscalità agevolata.
In questo approfondimento andremo quindi a chiarire che cos’è la pensione complementare, come funziona e i suoi vantaggi anche per i più giovani.
Indice
Che cos’è la pensione complementare?
La pensione complementare è un sistema previdenziale che si affianca a quello della previdenza pubblica, mediante un sistema di fondi pensione complementari istituiti dalle parti sociali o dagli intermediari finanziari. Il fine è rendere più solido il complessivo sistema previdenziale del nostro Paese, in modo da fronteggiare le diverse possibili evoluzioni future in ambito economico e demografico.
I principali tipi di forme pensionistiche complementari sono:
- i Fondi pensione negoziali;
- i Fondi pensione preesistenti;
- i Fondi pensione aperti
- i Piani individuali pensionistici (PIP).
Tali forme pensionistiche complementari sono equiparate tra loro e hanno in comune l’obiettivo di raccogliere contributi degli iscritti/aderenti, gestirli correttamente ed erogare le prestazioni stabilite dalla legge, con lo scopo di integrare la pensione pubblica. Tutte le forme di previdenza complementare presentano gli stessi vantaggi fiscali.
La prestazione pensionistica complementare di ciascun aderente, viene costituita attraverso contributi volontari versati sulla posizione individuale del singolo aderente. I contributi possono essere versati dallo stesso aderente/lavoratore, dal suo datore di lavoro o da entrambi.
Ciascun aderente è intestatario di una “posizione individuale” in cui confluiscono i contributi che versa, e che vengono investiti sul mercato finanziario con l'obiettivo di conseguire un ritorno economico: al momento del pensionamento, l’ammontare dei contributi versati dal singolo aderente, oltre al rendimento dell’investimento, viene convertito in prestazione - in forma di rendita o di capitale - che viene liquidata e va ad aggiungersi alla pensione pubblica.
Detto in altre parole, si tratta di un metodo per garantirsi una pensione più alta, costituita dalla somma della pensione pubblica e di quella complementare, rispetto a quella che si otterrebbe solo con i contributi versati durante la vita lavorativa nei regimi pensionistici obbligatori: una soluzione utile per garantirti una maggiore sicurezza economica una volta che smetterai di lavorare.
Come funziona la pensione complementare?
Il funzionamento della pensione complementare è relativamente semplice. I contributi vengono versati in una forma pensionistica complementare. Ogni aderente diviene titolare di una “posizione individuale” nella quale vengono versati i suoi contributi volontari, che vengono investiti in attività che hanno l’obiettivo di generare un rendimento, in modo da accrescere il valore delle riserve accantonate.
Nel tempo, gli investimenti generano rendimenti che accrescono il capitale accumulato. Al momento del pensionamento , o anche prima a fronte di determinate esigenze dell’aderente previste dalla normativa, tali riserve saranno trasformate in prestazione economica, ed erogate in forma di rendita o, entro i limiti stabiliti dalla legge, di capitale una tantum.
Perché la previdenza complementare può essere un'opportunità
Scegliere di sottoscrivere una pensione integrativa è un’opzione vantaggiosa soprattutto per i giovani lavoratori, ossia per i soggetti che hanno ancora molti anni di carriera e quindi di possibili versamenti di contributi, prima del termine dell'attività lavorativa.
Investire in una forma di previdenza complementare rappresenta infatti, in particolare per i giovani, un investimento per il domani e lo strumento per ottenere un beneficio fiscale per il presente.
Incremento del reddito futuro
Aver investito in una forma pensionistica complementare permette, una volta in pensione, di godere di un reddito più elevato rispetto a quello derivante dalla pensione pubblica. Questo può essere particolarmente utile per continuare a mantenere il proprio tenore di vita anche dopo il pensionamento o per far fronte a spese improvvise.
Flessibilità
I fondi pensione complementari offrono una vasta gamma di opzioni di investimento, permettendo ai risparmiatori di scegliere l’investimento più adatto alla propria propensione al rischio.
Oltre a erogare il trattamento di previdenza complementare - in forma di rendita o di capitale - alla maturazione dei requisiti di pensionamento, il sistema di previdenza complementare consente comunque - in presenza delle condizioni previste dalla normativa - di accedere già prima del pensionamento alle somme accumulate sulla propria “posizione individuale” alla rendita integrativa anticipata (c.d. RITA). e di decidere come ricevere le somme accumulate: tutto il capitale o solo una parte.
Benefici fiscali
I contributi versati per la pensione complementare godono di benefici fiscali significativi, come la deducibilità dal reddito imponibile, riducendo così la pressione fiscale e incentivando il risparmio a lungo termine.
Sicurezza
I fondi pensione sono sottoposti a rigorosi controlli e regolamentazioni per garantire la sicurezza e la trasparenza degli investimenti. Questo fornisce un ulteriore livello di sicurezza ai risparmiatori.
Che differenza c'è fra fondo pensione e pensione integrativa
Spesso i termini “fondo pensione” e “pensione integrativa” vengono utilizzati come sinonimi.
In realtà, il fondo pensione è lo strumento attraverso il quale si costruisce la pensione integrativa, ovvero il “soggetto” che gestisce i contributi versati dagli aderenti e li investe sui mercati finanziari.
La pensione integrativa, invece, è il risultato finale di questo processo, ovvero la rendita che viene erogata al momento del pensionamento.
Quando conviene la pensione complementare
La pensione complementare conviene a tutti coloro che desiderano garantirsi un futuro più sereno e abbiano la necessità di andare a integrare la pensione pubblica con un’entrata extra.
È particolarmente indicata per:
È consigliabile iniziare a versare contributi il prima possibile, poiché un lungo periodo di accumulo permette di beneficiare dell'interesse composto e di ottenere rendimenti più elevati.
Senza dimenticare che le soluzioni pensionistiche complementari offrono vantaggi fiscali che possono ridurre significativamente la pressione fiscale.
Previdenza complementare e TFR
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturando - ovvero le somme che il datore di lavoro accantona a tale titolo - può essere destinato alla previdenza complementare. Questa scelta permette di aumentare l'importo accumulato nel fondo pensione e di beneficiare di consistenti vantaggi fiscali al momento della liquidazione dello stesso.
Per tutti i lavoratori assunti dopo il 28 aprile 1993, il TFR può essere versato solo integralmente e la scelta di conferirlo a previdenza complementare è irrevocabile.
Rendimenti della previdenza complementare
L'importo che si può recuperare dalla previdenza complementare dipende dai contributi versati, dalla durata dell'accumulo e dai rendimenti ottenuti dagli investimenti. In generale, i rendimenti della previdenza complementare possono variare, ma il lungo periodo di investimento tende a garantire un ritorno positivo che contribuisce a incrementare il reddito da pensione.
Inoltre, i vantaggi fiscali associati ai contributi versati possono aumentare ulteriormente il valore netto recuperato al momento del pensionamento.
FAQs
Quanto devo versare al mese per avere una pensione integrativa?
L'importo dei contributi da versare mensilmente per la previdenza complementare è libero e dipende dalle tue possibilità economiche, e dagli obiettivi che vuoi raggiungere. Non esiste un importo minimo obbligatorio, ma è consigliabile versare una quota costante nel tempo per massimizzare i benefici.
Chi ha diritto alla pensione complementare?
Chiunque può aderire a una forma di previdenza complementare. Non ci sono requisiti particolari di età o reddito. Tuttavia, alcune forme di previdenza complementare sono riservate a specifici gruppi di lavoratori. Ad esempio, tipicamente, i Fondi Negoziali, sono riservati ai dipendenti di una particolare azienda o ai lavoratori di un determinato comparto professionale, cui si applica uno specifico CCNL. Chiunque aderisca ad una forma pensionistica complementare, una volta maturati i requisiti di accesso al pensionamento nel regime obbligatorio di appartenenza e maturati almeno 5 anni di partecipazione al sistema di previdenza complementare, ha diritto a ricevere la prestazione pensionistica complementare in forma di rendita o, nei limiti di legge, di capitale.
Che cos’è la prestazione pensionistica complementare?
La prestazione pensionistica complementare è la somma di denaro che viene erogata non prima del momento di maturazione dei requisiti di accesso al pensionamento nel regime previdenziale obbligatorio: una volta maturato tale requisito, ciascun aderente può chiedere in ogni momento, a sua scelta, la liquidazione della prestazione complementare, che andrà ad aggiungersi alla pensione pubblica. L'importo della prestazione dipende da diversi fattori, tra cui principalmente: l’ammontare dei contributi versati e i rendimenti ottenuti dagli investimenti.